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L’occupazione della Democrazia.

L’occupazione della Democrazia.

Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 18/05/2009 15:37:03

Lentamente ma inesorabilmente, è accaduto. E' accaduto che la Storia del nostro Paese, non fosse più fondata su fatti reali, così come avveniva un tempo. Di giorno in giorno, di fatto in fatto, chiudendo attraverso il controllo e la gestione dei Media la possibilità di conoscere la realtà degli avvenimenti, si è iniziato a gettare le fondamenta di una Storia non più composta tassello per tassello a seconda delle vicende reali riportate per pura causa di informazione, bensì pensata a tavolino allo scopo di generare questa o quella reazione nell'opinione pubblica.
 
Di un fatto, si conoscono di volta in volta, almeno tre versioni diverse. Tre modi di ricostruire, condito di molta fantasia, la stessa notizia. A seconda dell'accadimento, invece che approfondirne i temi, l'informazione passa prima al setaccio di questo o quel potere politico, per poi essere ritrasmesso alla cittadinanza con dovizia di particolari che nulla hanno a che fare con la realtà della Cronaca. Storie mistificate per convenienza. Informazioni dirottate per controllare meglio la Massa. Di più: notizie generate al solo scopo di testare quanto la cittadinanza assorba di queste vere e proprie millantazioni.
 
I messaggi, sempre più veloci, corrono dalle orecchie alla mente. Sopraffatte subito da altre informazioni. Quasi più nessuno è in grado si rendersi conto di questo processo, che eppure appare lampante a chi, con l'informazione, campa. Se è la volta di una strage, i numeri ed i dati, cambiano nel breve lasso di tempo di intervallo da un telegiornale all'altro. Stessa cosa sui media cartacei, che sembrano buttare lì alla bella e meglio un po' di dati, magari più pompati di altre testate, tanto da fare più scalpore e rendere la "notizia" più papabile. Cosa resti dei fatti in se, rimane un mistero per i più.
 
Che si accontentano ormai di assorbire le informazioni così come si succhia dalla cannuccia una spremuta di arancia. Nessuno è più in grado di leggere fra le righe della mistificazione. Al punto che molti si convincono – forse per pietà nei confronti della propria intelligenza – che i fatti siano esattamente quelli che vengono proposti. Senza alcun dubbio. Nessuna possibilità di altra riflessione. Azzeramento della capacità di elaborare in maniera indipendente tutti i messaggi che aggrediscono la nostra epoca. Più comodo accettare passivamente ciò che viene proposto. Più semplice accettare una "evidenza dei fatti" scritta da altri, senza pensare che "altri" in questo caso, sono le molecole di un Sistema che deve produrre, innanzitutto, il controllo e la gestione della Massa. Per creare una Storia contemporanea che rappresenti più la volontà del Potere che la realtà delle vicende.
 
E' attraverso la disinformazione, che si può abbattere qualsiasi ricordo di Democrazia. Senza colpo ferire. E come generare un processo di questo tipo? Con l'"occupazione" a trecentosessanta gradi di tutti i grandi strumenti di Comunicazione. Una sorta di Golpe nei confronti dei Media, ma ad opera di chi i Media li possiede, sia esso lo Stato o qualche grande gruppo, che ormai c'è poco da far differenze. I Media così occupati, determinano non più un'azione di verifica ed elaborazione reale di dati. Attendono che dall'alto qualcuno dica cosa sia bene per il Paese in quel preciso momento. Come indirizzare l'Opinione Pubblica. Come farla scaldare. Per poi gelarla con nuove architetture mediatiche.
 
C'è da chiedersi come siano giunte fino a noi le Storie ed i fatti di millenaria memoria. E se già in epoche lontane, esistesse la mistificazione delle informazioni. Certo, è possibile che Nerone decidesse di sua sponte cosa il popolo dovesse sapere. E che qualche Cesare della Storia, disapprovasse di palesare qualche scandalo e qualche debacle per non ferire la propria immagine nei confronti della Gleba.
 
Purtoppo, non è più tempo per poter verificare. Sarebbe tempo invece, di salvarsi dalle mistificazioni, agendo quanto più possibile attraverso verifiche continue su ogni fonte e traccia. Diverrebbe un lavoro. Troppo tempo da impiegare. …meglio lasciarsi andare a ciò che passa il convento.
 
Con buonapace di tutti coloro che si battono per una realtà che possa continuare ad essere chiamata tale.

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